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Incipit: Come il santo frate Bernardo d’Ascesi fu da santo Francesco mandato a Bologna, e là pres’egli luogo

Da qualche parte bisogna pur iniziare, e allora perché non iniziare proprio… dall’inizio. Anzi, ancora prima, da quando nessuno poteva immaginare quello che sarebbe accaduto, il verso che le cose avrebbero preso.Siamo, con ogni probabilità nel 1211, «Frate Bernardo porta con sé la Regola, cioè quel piccolo abbozzo che i primi dodici compagni avevano sottoposto all’approvazione di Innocenzo III. La profondità evangelica della forma di vita francescana viene rilevata con ammirazione proprio nel centro universitario di Bologna. La vita in semplicità, povertà e umiltà diventa provocazione evangelica negli uomini di cultura» (I Fioretti di san Francesco, riveduti su un nuovo codice da Benvenuto Bughetti […], presentazione di Felice Accrocca, note di Feliciano Olgiati e Daniele Solvi, in: Fonti francescane, 3. ed. rivista e aggiornata, Editrici francescane 2011 [= FF], p. 1141, nota 17).

Come il santo frate Bernardo d’Ascesi
fu da santo Francesco mandato a Bologna, 
e là pres’egli luogo
(I Fioretti di san Francesco V: FF 1833)

[…] Addivenne, nel principio della Religione, che santo Francesco mandò frate Bernardo a Bologna, acciò che ivi, secondo la grazia che Iddio gli avea data, facesse frutto a Dio, e frate Bernardo facendosi il segno della santissima croce per la santa obbidienza, si partì e pervenne a Bologna. E vedendolo li fanciulli in abito disusato e vile, sì gli faceano molti scherni e molte ingiurie, come si farebbe a uno pazzo; e frate Bernardo pazientemente e allegramente sostenea ogni cosa per amore di Cristo. Anzi, acciò che meglio e’ fusse istraziato, si puose istudiosamente nella piazza della città; onde sedendo ivi sì gli si radunarono d’intorno molti fanciulli e uomini, e chi gli tirava il cappuccio dirietro e chi dinanzi, chi gli gittava polvere e chi pietre, chi ‘l sospingeva di qua e chi di là: e frate Bernardo, sempre d’uno modo e d’una pazienza, col volto lieto, non si rammaricava e non si mutava. E per più dì ritornò a quello medesimo luogo, pure per sostenere simiglianti cose. E però che la pazienza è opera di perfezione e pruova di virtù, uno savio dottore di legge, vedendo e considerando tanta costanza e virtù di frate Bernardo non potersi turbare in tanti dì per niuna molestia o ingiuria, disse fra se medesimo: Impossibile è che costui non sia santo uomo”. E appressandosi a lui sì ‘l domandò: «Chi sei tu, e perché se’ venuto qua?». E frate Bernardo per risposta si mise la mano in seno e trasse fuori la regola di santo Francesco, e diegliela che la leggesse. E letta ch’e’ l’ebbe, considerando il suo altissimo stato di perfezione, con grandissimo stupore e ammirazione si rivolse a’ compagni e disse: «Veramente questo è il più alto stato di religione ch’io udissi mai; e però costui co’ suoi compagni sono de’ più santi uomini di questo mondo, e fa grandissimo peccato chi gli fa ingiuria, il quale sì si vorrebbe sommamente onorare, conciò sia cosa ch’e’ sia amico di Dio». E disse a frate Bernardo: «Se voi volete prendere luogo nel quale voi poteste acconciamente servire a Dio, io per salute dell’anima mia volentieri vel darei». Rispuose frate Bernardo: «Signore, io credo che questo v’abbia ispirato il nostro Signore Gesù Cristo, e però la vostra profferta io l’accetto volentieri a onore di Cristo». Allora il detto giudice con grande allegrezza e carità menò frate Bernardo a casa sua; e poi gli diede il luogo promesso, e tutto l’acconciò e compiette alle sue ispese; e d’allora innanzi diventò padre e speziale difensore di frate Bernardo e de’ suoi compagni.E frate Bernardo, per la sua santa conversazione, cominciò ad essere molto onorato dalle genti, in tanto che beato si tenea chi ‘l potea toccare o vedere. Ma egli come vero discepolo di Cristo e dello umile Francesco, temendo che l’onore del mondo non impedisse la pace e la salute dell’anima sua, sì si partì un dì e tornò a santo Francesco e dissegli così: «Padre, il luogo è preso nella città di Bologna; mandavi de’ frati che ‘l mantegnino e che vi stieno, però ch’io non vi facevo più guadagno, anzi per lo troppo onore che mi vi era fatto, io temo non perdessi più ch’io non vi guadagnerei». Allora santo Francesco udendo ogni cosa per ordine, siccome Iddio avea adoperato per frate Bernardo, ringraziò Iddio, il quale così incominciava a dilatare i poverelli discepoli della croce; e allora mandò de’ suoi compagni a Bologna e in Lombardia, li quali presono di molti luoghi in diverse partì.

A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

  • L’illustrazione qui pubblicata è un acquerello di fr. Ephrem Maria de Kcynia OFMCap. (1894-1970) per l’edizione Les Petites Fleurs des S. François d’Assisi, Malines, s.e., 1925, tratta da: I Fioretti di San Francesco. Esposizione delle più belle edizioni illustrate moderne. 19 giugno-31 ottobre 2010 Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco in Assisi, catalogo della mostra a cura di fra Carlo Bottero e Ezio Genovesi, Assisi, NCT Global Media, 2010, pp. 84-85, n. 20.

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